lunedì 20 maggio 2019

C'era una volta


di Alberto Giubilo* (prima parte)

San Siro dei fuochi. San Siro dei cristalli. Quello dei fuochi lo conobbi in anni lontani. Correva Billy Bunker, correva Homer. Dalla Francia per misurarsi con lui, venne un una grande cavalla di manto sauro. Si chiama Uranie. La guidava Valentino Cipolla. Con Homer c'era Ettore Barbetta, laureatosi nelle scuderie di Vienna, da poco non più imperiale. Ricordo quel match. Ricordo anche le prime corse al nuovo "Trotter". C'era Paolo Orsi Mangelli. C'era Borasio. C'era Palazzoli. C'era Hazleton. C'era Alessandro Finn.
Qualche cavallo, che partiva sempre al numero uno, a volte riceveva anche centoventi metri, i nastri scattavano alla "palla fa tu" degli artiglieri di Franceschiello: aveva fatto onorato servizio in Piazza del Duomo fino a mezzogiorno. 

Attaccato al "brum", entrava a San Siro scuderie. Il signor Colombo svestiva lo spolverino paglia sporca, metteva la "sua" giubba: rosso e blu, dice l'occhio del ricordo. C'era, coi baffi argentati a manubrio, Ettore Brunatti. I suoi cavalli, buoni ma buoni ai tempi di allora, si chiamavano Allegro e Baruffa. Come guidatore, non era da formula uno. Qualcuno, vigliacco, ne parlava come di un berrettoa pera. C'era il "Cavalierone", Nello Branchini: l'antagonista, così prezioso nello sport, del più asburgico Ettore Barbetta. Quelli del galoppo parlavano di quelli del trotto come dei "barrociai". Per ritorsione quelli del purosangue erano classificati come ricchi scemi, figli di papà. Il cavallo, però, non era toccato. Galoppasse o trottasse, conservava nei millenni quella sacralità che i nostri antenati gli avevano riconosciuto fin dal primo incontro, così sanguinolento, ai piedi di dirupi complici di assassine ecatombi. Era, quello, il San Siro dei fuochi. SEGUE

* Alberto Giubilo (Roma, 13 dicembre 1917 – Roma, 15 maggio 1997) è stato un giornalista e telecronista sportivo italiano. È stato la voce dell'ippica (galoppo,trotto, equitazione) dal 1946 al 1997.