sabato 2 febbraio 2013

Great Glory




Celebre per l’espressione triste e malinconica dei suoi personaggi, Buster Keaton mi ha sempre fatto pensare al trotto come all’espressione triste e malinconica del cavallo. Anche per questo (forse) ho sempre rispettato entrambi ancor prima di conoscerli. Il tempo non ha cancellato la sensazione ed anzi l’ha rafforzata. Il trotto come il mare d’inverno disegnato da Ruggeri quando Ruggeri era ancora Ruggeri. Il trotto come il “toro”: una scelta di vita. Il trotto come Buster Keaton. Ci siamo piaciuti subito.
Ritratto e cornice come un paesaggio perfetto. Dentro, il bene e il male. Come in ogni cosa che sia in grado di affascinare. Nella nebbia dei convegni invernali, nella solitudine di chi transita squalificato o fuori corsa sull’ultima curva, nel vai e vieni di protagonisti amati, rispettati, abbandonati ed infine dirottati verso la fine più atroce. Nei colori della primavera, contorno ideale per probabili campioni, amati, coccolati ed infine destinati alla carriera di stallone, la fine meno triste di chi ha dato comunque tutto.La morte in pista di GREAT GLORY ha messo fine ad un sogno. Figlia di Speed Expert e Ghenga, portacolori della varesina Scuderia P.R.D'Ispra, la "gloria" debutta sull'anello di San Siro il 26 Giugno nelle mani di Ennio Nava nel 70esimo convegno del 1987. Nel Premio Villapizzone, l'inizio della carriera di una cavalla qualunque che però ho avuto la fortuna di conoscere da vicino qualche anno più tardi. Nella prima corsa in carriera (quota di 644 al tot.nazionale) Great Glory chiude il miglio al sesto posto in 1.20.4, ma già alla seconda uscita riesce ad imporsi in 1.20.6 a quota di 324 conducendo da un capo all'altro sempre nelle mani di Nava (18-07-1987). Un paio di secondi posti (uno a Torino e uno a Milano) con alle redini Massimo De Franchis la portano a vincere quasi sette milioni di lire nelle prime sei corse in carriera disputate nell'arco di tre mesi. La seconda vittoria in carriera arriva entro la fine dell'anno (13 Dicembre) al record di 1.18.9 dalla seconda fila senza vedere la corda nelle mani di Sergio Pasolini. Il 1989 è l'anno che segna il passaggio dei cinque anni nel circuito degli anziani. Great Glory regala diverse soddisfazioni ai suoi proprietari e al suo preparatore Vincenzo Torrente. Prima della triste fine, ricordo un miglio di categoria F con in campo il decaduto Blim, una vittoria straordinaria a spese di un certo Brasimone (Lady M) e un pugno di generosi piazzamenti che in mani diverse avrebbero potuto essere delle vittorie. Di lei mi restano ricordi indelebili ed uno straccio di (mezza) foto scattata con una "polaroid" istantanea dell'epoca.

GREAT GLORY (f.b. 1984 Speed Expert e Ghenga) Scuderia P.R.D'Ispra - Allev: Valerio Gino